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Il 29 giugno del 1985 in Galles avvenne una fra le più ricordate e importanti manifestazioni. Gli attivisti del movimento LGSM (Lesbians and Gays Support the Miners, sostenuti dai minatori che stavano scioperando.
Nel 2014 uscì il film Pride che racconta questa parata diretto da Matthew Warchus per Calamity Films e vinse la Queer Palm al Festival di Cannes di quell’anno.
Il film Pride tratta una quantità di tematiche importanti diverse tratti dalla vera storia senza appesantirsi.
Il film inizia con il personaggio interpretato da Ben Schnetzer, Mark Ashton, che prende parte alla manifestazione londinese del gay pride nel 1984 a cui prende parte anche il personaggio Joe Cooper, figlio omosessuale di una coppia bigotta iperprotettiva, interpretato da George MacKay. Mark durante la parata vuole cogliere l’occasione e diffondere il proprio ideale ovvero fondare l’associazione LGSM in sostegno dei minatori del Galles in sciopero con una raccolta fondi. Cosa unisce gay e minatori? Poiché chi odia i minatori sono “la Thatcher, la polizia e i tabloid” gli stessi che odiano la comunità gay.
Nel 1984 minatori attraversarono un anno difficile, decisero di sciperare per dodici mesi interi senza stipendio per evitare che venti miniere venissero chiuse con la conseguenza di licenziamento per un elevatissimo numero di persone.
La solidarietà dimostrata da LGSM è stata fondamentale e di rilievo. I gruppi unirono le loro forze lottando insieme ognuna per il proprio obiettivo che infine diventa un obiettivo comune.
Il film, tratto da una vera storia, è ricostruito in modo eccellente. La sceneggiatura è stata scritta sulla base di documenti risalenti a quell’epoca e ad un video conferma dell’avvenimento. Lo sceneggiatore, Stephen Beresford, ha personalmente conosciuto ogni attivista del movimento LGSM e grazie a loro è riuscito a ricreare la realtà della vicenda. Le scene sono state girate nelle reali location in cui i fatti sono avvenuti.
Pride è un perfetto eqilibrio tra passione e polica, tra osservazione sociale e comicità, senza togliere la corretta tensione della situazione. A contrario di Margaret Thatcher, LGSM e minatori, credono nell’unione e nella forza e non in una società creata dai soli individui o famiglie. Nelle due ore di film vengono presi in esame diversi temi, come l’AIDS, eliminandone il pregiudizio.
Nel film si evince l’incontro e lo scontro sia tra le culture che tra le generazioni. Da una parte ci sono i giovani gay colorati arrivati dalla grande città, dall’altra i gallesi, persone di campagna, di una certa età, con una mentalità bigotta.
La solidarietà tra il gruppo di minatori e gli attivisti LGSM ha portato alla vittoria per gli scioperanti e una maggiore visibilità alla comunità gay. L’unione e la fratellanza è sottolineata dalla scena finale in cui è presente una stretta di mano, che per i minatori ha il vero e proprio significato di alleanza. Viene sottolineato come solo l’unione riesce a portare alla vittoria, un’unica voce che si alza all’unisono per l’uguaglianza.
Agenzia LuiLuiLeiLei si distingue per il suo impegno nel favorire e assicurare la parità di diritti delle persone LGBTQIA+.