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Philadelphia è un film senza pari, è stato in grado di sensibilizzare riguardo tematiche difficili come AIDS, omosessualità e omofobia. Nel 1993, anno d’uscita della pellicola, incise profondamente l’opinione pubblica ricevendo grande riscontro positivo sia dal pubblico che dalla critica, incassando più di 200 milioni di dollari in tutto il mondo e vincendo due Oscar.
Gli anni Ottanta furono dominati dal culto del successo e della bellezza e, nello stesso periodo, la comunità LGBT+ iniziò a smettere di nascondersi. Tra gli anni ’80 e ’90 furono diverse le celebrità a fare coming out e a soffrire di AIDS come l’attore Rock Hudson, gli sportivi Tommy Morrison e Magic Johnson o il celebre cantante Freddy Mercury. Agli inizi degli anni ’90 l’AIDS generava ancora terrore, contrarla significava ancora “condanna a morte”, si veniva emarginati e trattati come untori e appestati. Fino a metà degli anni ’90 a farla da padroni riguardo l’AIDS erano disinformazione, ignoranza, intolleranza e terrore. La società dell’epoca associò la malattia alla comunità LGBT marchiandola ed emarginandola ancor di più.
In Philadelphia, Andrew Beckett, interpretato dal premio Oscar Tom Hanks, è un noto e bravo avvocato, associato di un grande studio legale, omosessuale e sieropositivo. Nel momento in cui i soci scoprono l’orientamento sessuale e la malattia di Andrew lo licenziano per “giusta causa”. Alla realizzazione del motivo del licenziamento Andrew decide di intentare causa allo studio legale per discriminazione. Dopo aver ricevuto diversi rifiuti da parte di altri avvocati, chiede aiuto a Joe Miller, interpretato da Denzel Washington. Un bianco, omosessuale, sieropositivo ed emarginato viene difeso da un avvocato afroamericano, una coppia in grado di abbattere ogni pregiudizio e cliché. La vicenda procede a suon di feroci e appassionanti colpi di scena, tra un aula di tribunale e la vita dei protagonisti, evidenziando il costante peggioramento di Andrew e la perdita di pregiudizi di Joe. Il verdetto finale che porta alla vittoria di Joe e Andrew arrivò pochi giorni prima della morte di quest’ultimo. La storia di certo non ha una dolce fine ma gode di riscatto morale, portando all’annullamento di ignoranti pregiudizi.
Al termine degli anni ’80 Goeffrey Bowers intentò causa allo studio legale per cui lavorava come avvocato per licenziamento illegittimo per discriminazione poiché risultato sieropositivo. Bowers vinse la causa poco prima di morire.
La pellicola ebbe un enorme successo. Rivoluzionò la concenzione di malati sieropositivi e della comunità LGBT+ eliminando pregiudizi, paure e intolleranza verso queste categorie trattando temi difficili con eventi veri dell’epoca. Philadelphia è uno dei pochissimi film che è stato in grado e continua a di sensibilizzare.
Agenzia LuiLuiLeiLei si distingue per il suo impegno nel favorire e assicurare la parità di diritti delle persone LGBTQIA+.