Fai il nostro test di affinità e ti invieremo i profili via WhatsApp o Email a tua scelta. Vai al test
Venezia si prepara ad accogliere nuovamente il Laguna Pride, un evento che si distingue per il suo messaggio dirompente e la sua carica di attivismo. L’edizione 2024, in programma per domenica 9 giugno, si preannuncia come un momento di grande visibilità e di lotta per i diritti LGBTQIA+ nella città lagunare.
Al momento, i dettagli specifici del programma non sono ancora stati resi noti. Tuttavia, le pagine social di Laguna Pride saranno il punto di riferimento per rimanere aggiornati su percorso, orari di ritrovo, partenza e arrivo, nonché sulle iniziative collaterali che arricchiranno l’evento.
In un clima politico sempre più ostile alle minoranze, Venezia si prepara ad essere nuovamente invasa da una marea di persone che sfileranno per riaffermare con orgoglio la propria identità e i propri diritti.
L’edizione 2023 del Laguna Pride, svoltasi il 24 giugno, aveva già segnato il ritorno dell’evento a Venezia dopo anni di assenza. Caratterizzata da un’anima radicale, autogestita e organizzata dal basso, la manifestazione aveva come obiettivo primario la creazione di un ambiente sicuro e inclusivo per tutti i partecipanti. Migliaia di persone avevano attraversato calli e campi della città per rivendicare una Venezia transfemminista e accogliente. Il corteo, partito dalla stazione di Santa Lucia, aveva percorso il sestiere di Dorsoduro, passando per campo Santa Margherita e concludendosi sulle Zattere, di fronte al canale della Giudecca, con musica, sessione musicale del DJ e performance drag queen.
Durante il Pride del 2023, gli organizzatori avevano sottolineato con forza l’importanza di opporsi alle politiche discriminatorie e violente verso le persone LGBTQIA+, le donne e le soggettività marginalizzate. Critiche erano state rivolte al governo e all’amministrazione locale per le misure repressive e le retoriche che perpetuano un’idea di città votata al profitto a discapito dei bisogni delle comunità. L’evento aveva inoltre preso le distanze dalla retorica del rainbow washing, ovvero l’utilizzo superficiale della simbologia arcobaleno a scopo commerciale, puntando invece a una lotta concreta per i diritti reali.