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Russia e Iraq
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Russia e Iraq, cos’hanno in comune?

Russia, la Duma approva la legge che vieta gli interventi per il cambio di sesso: «Combattiamo il satanismo Lgbt»

Iraq, presentato in Parlamento disegno di legge che propone di vietare l’omosessualità

Beh che dire… Diciamo che non iniziamo con il piede giusto…

Iniziamo con i fatti che riguardano la Russia (già citata in uno dei nostri articoli Putin contro i gay).

Cambiare sesso in Russia da oggi non solo sarà vietato per legge. Ma è anche considerato «puro satanismo».

I 386 deputati russi della Camera bassa del Parlamento, la Duma, hanno votato all’unanimità in favore di una proposta di legge che vieta la transizione di genere. La proposta deve essere ancora approvata dalla Camera Alta, il Consiglio federale, e firmata dal presidente russo ma difficilmente incontrerà opposizione.

Si tratta di un inasprimento ulteriore del disegno di legge che limita i diritti delle persone transgender negando loro il diritto di adottare o assumere la tutela dei bambini. Le modifiche aggiunte nella seconda delle tre letture rafforzano la versione iniziale del testo, approvata a giugno, che proponeva di vietare la riassegnazione di genere sia attraverso l’intervento medico che con la registrazione civile .

Il disegno di legge rientra nella crociata del Cremlino per proteggere quelli che considera i «valori tradizionali» del Paese. Il testo vieta qualsiasi «intervento medico volto a cambiare il sesso di una persona», così come la modifica del proprio genere nei documenti ufficiali e nei registri pubblici. Le nuove clausole modificano anche il codice della famiglia russo, inserendo il cambiamento di genere tra i motivi validi per annullare un matrimonio e aggiungendo coloro «che hanno cambiato sesso» a un elenco di persone che non possono diventare genitori affidatari o adottivi.

I deputati descrivono la misura come una protezione della Russia dall «ideologia occidentale anti-famiglia» e alcuni di loro descrivono la transizione di genere come «puro satanismo», di agire quindi contro «il satanismo Lgbt».

La notizia ha scosso la comunità transgender del Paese già duramente oppressa e ha attirato critiche non solo dai sostenitori dei diritti LGBTQ+, ma anche dalla comunità medica. Lyubov Vinogradova, direttore esecutivo dell’Associazione psichiatrica indipendente russa, ha definito il disegno di legge «misantropo» in un’intervista all’Associated Press. Le procedure di transizione di genere «non dovrebbero essere vietate del tutto, perché ci sono persone per le quali è l’unico modo per… esistere normalmente e trovare pace con se stesse», spieg Vinogradova.

La repressione della comunità LGBTQ+ in Russia è iniziata dieci anni fa, quando il presidente Vladimir Putin ha annunciato per la prima volta di volersi concentrare sui «valori tradizionali della famiglia», una mossa sostenuta e alimentata dalla Chiesa ortodossa russa. Nel 2013, il Cremlino ha adottato la prima legislazione che limita i diritti LGBTQ+, nota come legge sulla «propaganda gay», che vieta qualsiasi approvazione pubblica di «rapporti sessuali non tradizionali» tra minori. Nel 2020, Putin ha promosso una riforma costituzionale che ha messo fuori legge il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Poi, dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina, le autorità hanno intensificato la loro retorica sulla protezione del Paese da quella che definiscono l’influenza «degradante» dell’Occidente dopo l’invio di truppe in Ucraina lo scorso anno. E i deputati si sono mossi per estendere il divieto di «propaganda di rapporti sessuali non tradizionali» anche agli adulti. Tale iniziativa è stata rapidamente approvata e, da dicembre dello scorso anno, qualsiasi rappresentazione positiva o addirittura neutra delle persone LGBTQ+ nei film, nella letteratura o nei media è stata bandita. Il disegno di legge per limitare severamente i diritti trans è arrivato pochi mesi dopo.

In questo quadro i servizi di sicurezza russi (Fsb) hanno annunciato oggi di aver arrestato un attivista transgender accusato di «alto tradimento». «L’Fsb ha sventato le attività illegali di un cittadino russo, residente nella regione di Oriol, coinvolto in un crimine di alto tradimento per aver fornito assistenza finanziaria alle forze armate ucraine», ha spiegato l’Fsb in una nota. L’uomo arrestato è un attivista transgender LGBT+ che lavora come volontario per la rinomata Ong OVD-Info che documenta le repressioni politiche in Russia. Sempre secondo l’Fsb, l’indiziato è anche l’amministratore di un progetto che organizza trasferimenti di denaro ad organizzazioni in Ucraina «con l’obiettivo di finanziare» l’esercito ucraino. È indagato per «alto tradimento», reato punibile con l’ergastolo in Russia.

Questo è ciò che accade in Russia proprio in questo momento, ma in Iraq?

L’omosessualità in Iraq è stata depenalizzata nel 1969. Ebbene, dopo poco più di 50 anni e a un anno di distanza dal primo tentativo, in Iraq è stato nuovamente presentato un disegno di legge che propone di vietare l’omosessualità.

Firmato da Mortada Al-Saadi, vice capo della commissione per gli affari legali del parlamento federale di Baghdad, tale ddl è stato ufficialmente presentato al Presidente del parlamento iracheno, al quale è stato chiesto che il disegno di legge sia incluso nella prossima agenda legislativa, prevista per settembre.

Attualmente l’Iraq non proibisce esplicitamente le relazioni tra persone dello stesso sesso, tuttavia alcuni articoli del codice penale del 1969 sono stati utilizzati per criminalizzare i membri della comunità LGBTQIA+. 

Per quanto l’omosessualità sia legale nel Paese da oltre mezzo secolo, gli iracheni LGBTQIA+ hanno subito e continuano a subire abusi, tra cui torture, rapimenti, aggressioni fisiche e in alcuni tragici casi la morte, da parte di famiglie e gruppi conservatori. Basti pensare che all’interno del Paese Vi sono gruppi che agiscono con l’unico obiettivo di punire con la morte gli omosessuali e questo pare assurdo non solo per la ferocia e la cattiveria di tale attività persecutoria, ma anche perché nel Medioevo, come raccontava Abu Nuwas nei suoi versi e nelle sue poesie d’amore omoerotico, chi era omossessuale in Iraq era socialmente accolto e coinvolto.

L’anno scorso, quando è stato registrato il primo tentativo di reintrodurre in Iraq un atteggiamento omobitransfobico, Amir Ashour, capo del gruppo LGBTQIA+ IraQueer, ha parlato delle gravi implicazioni legate a questa nuova proposta di legge in una dichiarazione a GAY TIMES: “Il governo iracheno sta usando il suo odio per le persone LGBTQIA+ per distrarre i cittadini dalla loro incapacità di formare un governo e fornire servizi. La comunità internazionale deve esercitare immediatamente pressioni sull’Iraq. Sono in gioco le vite delle persone LGBTQIA+ e il futuro del movimento queer”.

E quest’anno, cosa accadrà?

Non parliamo di quale sia la peggiore fra le due ma della retrocessione che hanno avuto e quanto sia difficile vedere il futuro….

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